Galileo Galilei si rifiutò di inviare al Niccolini, Maestro del Sacro Palazzo Apostolico, l'originale del suo "Dialogo sopra I due massimi sistemi del mondo" lamentando che l'involto avrebbe potuto essere contagiato dal bacillo pestifero.
E sì, perché il mortale morbo tornò a colpire l'Europa tra il 1628 e il 1631 e in questa occasione il contagio fu talmente virulento che nelle maggiori città italiane, specialmente nel nord, morirono in pochi anni centinaia di migliaia di persone.
(ricordate Manzoni e la peste a Milano? proprio quella).
Si narra però che nel corso di queste epidemie fossero in uso vari ritrovati anticontagio che, un po' sulla base di semplici credenze popolari e un po' per conoscenze rudimentali di medicina, fecero la loro fortuna.
Il più noto è sicuramente un preparato a base di aceto ed erbe officinali dalle molteplici proprietà: L'ACETO DEI 4 LADRONI.
Il nome gli deriverebbe da una leggenda secondo la quale, durante l'epidemia che colpì Tolosa , quattro ladri incuranti del contagio furono sorpresi a saccheggiare le case degli appestati.
Una volta arrestati, fu loro promesso che avrebbero potuto riacquistare la libertà se solo avessero rivelato il loro segreto. E così per la prima volta venne alla luce la ricetta di questo ritrovato...
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