Era il 1605 quando il senato della serenissima repubblica di Venezia fece arrestare due sacerdoti trattandoli alla stregua di comuni cittadini.
Per pronta risposta il pontefice Paolo V rivendicò che i suddetti sacerdoti non erano perseguibili in quanto non potevano essere ritenuti sotto la giurisdizione veneziana. E a partire da questo momento la polemica si inasprì sino a raggiungere un punto di non ritorno.
In quanto Consultore di Stato della Serenissima repubblica, il Sarpi trattó in prima persona con il Pontefice sostenendo per prima cosa l'autonomia della Repubblica veneziana e poi, di fronte all'interdizione (una sorta di scomunica estesa a tutta la città) ebbe il coraggio di scrivere un libro nel quale contestava la decisione del Pontefice servendosi degli stessi principi stabiliti durante il concilio di Trento.
Un gesto talmente audace che gli valse la scomunica.
Nel frattempo proprio a seguito di queste vicende si inaugura in tutta Europa un dibattito sui rapporti tra Stato e Chiesa mentre il Sarpi si impegna a redigere tra il 1606 e il 1607 la "Istoria per l'interdetto" che narra proprio dei rapporti tra Santa Sede e Repubblica veneziana e che sarà stampata a Ginevra fuori dal controllo della censura dell'Inquisizione.
Forse perché durante gli anni di gioventù, trascorsi nell'Urbe, gli occhi del frate servita videro l'eccessivo attaccamento ai beni terreni delle alte sfere ecclesiastiche. Forse perché egli intuì quasi subito che la riforma tridentina era stata essenzialmente un tentativo ben riuscito di mantenere il sistema dei privilegi e delle corruttele del clero. Forse fu un simpatizzante della riforma protestante più di quanto volesse lasciar intendere.
Sta di fatto che la sua monumentale "Istoria del Concilio Tridentino" narra con sguardo ironico e disincanto le trame intessute per puro interesse dai protagonisti del Concilio, portandone alla luce i segreti, i giochi privati, i fini politici e la distanza dall'originaria dimensione evangelica.
Il libro, redatto tra il '13 e il '14, verrà anch'esso pubblicato all'estero e come molte altre sue opere precedenti finirà immediatamente nell'Indice dei libri proibiti.
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